
Convegno dell'Osservatorio stranieri sui temi dell'immigrazione
Schede e materiale informativo sui convegni organizzati dal C.I.S.A. Ovest Ticino sui temi dell'immigrazione.
“Le modifiche al testo unico sull’immigrazione introdotte dalla L. 189/02”
Teatro del Comune di Trecate – P.zza Cavour, 24 - giovedì 13 febbraio 2003
Relatore: Massimo Pastore - Avvocato dell’A.S.G.I. (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione)
In data 13.02.2003 si è svolto presso il Teatro Municipale di Trecate un incontro pubblico sul tema “Le modifiche al testo unico sull’immigrazione introdotte dalla L. 189/02”.
Tale incontro era rivolto ad Operatori di Servizi, Personale Scolastico, Associazioni di Imprenditori, Associazioni di Volontariato, Organizzazioni Sindacali, Mediatori Culturali, Associazioni di Stranieri.
E’ iniziato alle ore 15.00 circa e, dopo una breve introduzione del Dott. Rizzo in rappresentanza del Consorzio, la parola è passata al Dott. M. Pastore.
File .pdf della scheda completa
Tante facce, tante persone, tante storie
Direzione Didattica Statale - Trecate 4 febbraio 2003
Intervento dott.ssa Eugenia Spampati - Responsabile Osservatorio Stranieri CISA OVEST TICINO - Romentino
"Credo che il lavoro che ha portato alla realizzazione dello strumento presentato in questo convegno, sia un’azione interculturale, cioè una risposta, un progetto per rimuovere gli ostacoli che impediscono la comunicazione tra portatori di culture differenti, e sia la direzione da percorrere cui tutti siamo chiamati a perseguire per rispondere in modo propositivo a una realtà di fatto esistente, quella multiculturale.
La presenza nel nostro pese di persone provenienti da varie parti del mondo ha offerto nuove occasioni per riflettere sui significati che la nostra società attribuisce ai termini “diversità” e “solidarietà”.
Accogliere “lo straniero” e riconoscergli il diritto di cittadinanza e di integrazione sociale esige una riorganizzazione sia delle nostre posizioni mentali, sia delle nostre relazioni sociali ed un impegno che coinvolga in un’azione di sensibilizzazione sulle tematiche dello Sviluppo, dell’Intercultura e della Solidarietà, la scuola , il territorio, le amministrazioni.
Pensare ad una società che, nel suo insieme, si assuma la responsabilità di educare il singolo ad una cultura del rispetto delle diversità, è un passo determinante per orientarci positivamente all’altro, per superare la visione etnocentrica della nostra cultura ed arricchirci di nuove esperienze e nuovi punti di vista.
Andare oltre l’etnocentrismo e fondare una nuova cultura non vuol dire annullare l’identità di ciascuno di noi, svalutando diversità e differenze culturali, ma significa porsi in un atteggiamento di dialogo e rispetto delle diversità nel rapporto con gli altri, creando le condizioni che facilitino la comunicazione, la pacifica convivenza, il reciproco arricchimento e la valorizzazione di tutti, senza pregiudicare l’identità di nessuno.
Si ravvisa quindi la necessità di creare delle occasioni di incontro, di conoscenza di scambio tra gli abitanti, sviluppando in tal modo processi d’integrazione tra le varie culture, affinché la multiculturalità, caratteristica comune alla scuola e al territorio, possa diventare intercultura
E’ importante dunque promuovere alleanze educative tra la scuola e il territorio: ciò significa produrre uno sforzo congiunto per sviluppare e coordinare iniziative culturali che appartengono tanto alla scuola che al territorio. Significa costruire processi culturali capaci di reggere le sfide contemporanee sia dell’educare sia del convivere sociale.
Il convegno di oggi va in questa direzione in quanto ha visto la collaborazione del territorio che con il progetto “Cittadini del mondo” predisposto dal CISA Ovest Ticino ha permesso l’inserimento nella scuola delle mediatrici culturali.
La presenza di queste figure professionali è a mio avviso cruciale per catalizzare l’attenzione, e il coinvolgimento, dando la possibilità ai bambini di conoscere e relazionarsi con una figura educativa di cultura ed etnia “altra” che partendo dalla storia di vita personale, dai vissuti, dalle modalità comunicative proprie permette di realizzare un’esperienza realmente interculturale. La mediatrice sostiene il bambino straniero legittimando la sua diversità permettendogli allo stesso tempo di sentirsi uguale agli altri. anima i processi comunicativi, dialoga e propone : insomma costruisce il ponte.
E’ importante porre attenzione alla vulnerabilità del bambino straniero, in quanto le difficoltà non sono solo linguistiche : abbiamo a che fare con processi complessi, sociali e culturali oltre che di crescita individuale, a fronte di una cultura dominante non sempre così pronta e disponibile all’apertura.
Potersi sentire uguale agli altri e allo stesso tempo poter portare la propria diversità senza dover rinunciare all’uguaglianza nel gruppo dei pari o alla propria identità, è probabilmente uno dei bisogni prioritari per il bambino che vive al tempo stesso le esigenze e i timori legati alle dinamiche dell’integrazione e dell’identificazione.
Occorre evitare di forzare il bambino ad esporsi, rispettare i suoi tempi, i suoi bisogni, attraverso la mediazione , la relazione di fiducia e il confronto coi compagni, arriverà a giocare il proprio protagonismo sentendosi accolto e rispettato.
Un rischio ricorrente è rappresentato dalla seduzione dell’esotismo, statico, superficiale e finalizzato a se stesso, in cui gli elementi pittoreschi servono solo a mantenere ben lontano da noi l’oggetto della conoscenza impedendoci di realizzare una vera esperienza di condivisione.
Diventa importante proporre contesti di lavoro egualitari, partire da ciò che ci accomuna: solo così si permette alla diversità di comunicare, di rivelarsi come ricchezza; bambini stranieri e italiani accedono in questo modo alla dimensione dello scambio paritario.
Il tema va affrontato nella sua complessità, partendo da una pluralità di punti di vista; la collaborazione tra scuola e territorio permette di assumere una prospettiva che favorisce l’intercultura, progettando strategie comuni d’intervento all’interno di contesti educativi protetti quali la scuola con momenti di incontro e di conoscenza tra servizi diversi, all’interno dei quali instaurare delle relazioni , costruire delle reti di lavoro .
Grazie al confronto è possibile delineare una prospettiva sull’intercultura che focalizzi come aspetti prioritari educare alla diversità cioè educare all’uguaglianza e all’accettazione delle diversità in quanto norma e ricchezza dell’umana società, e favorire lo sviluppo di modalità di pensiero aperte e non autoreferenziali; facilitare i processi d’integrazione , per prevenire i rischi d’emarginazione che accomunano i bambini stranieri e italiani.
Per concludere, si tratta di favorire le condizioni sociali, culturali e comunicative per compiere un cambiamento che passi attraverso un percorso articolato in momenti per conoscersi e ri-conoscersi, per assaporare incontro e scambio, stimolando un ampliamento del campo cognitivo (assumere il punto di vista dell’altro), promuovere contesti in cui sperimentare la diversità favorisce la condivisione e affettività.